Di
Enrico Carotenuto.
Articolo pubblicato su:
coscienzeinrete.net.
Fin dal secolo scorso,
con l’avvento e la diffusione capillare dei mass-media, lo strumento principale
per il mantenimento e l’uso del potere è la “guerra psicologica”.
Un termine
spesso usato, ma poco compreso. Si fatica infatti a comprendere la reale
portata delle attività intraprese dai poteri di controllo e condizionamento
della società.
Fin dall'infanzia, tutti i messaggi che ci arrivano, tendono a
farci credere di essere liberi, di vivere in società democratiche, che le
nostre libere scelte contano. Ma quanto sono libere queste scelte? Quanti
pensieri che noi diamo per scontati come nostri, ci sono stati in realtà “impiantati”
attraverso la scuola, la manipolazione delle cariche istituzionali, i libri, il
cinema e la tv? Pensiamo invece che il web sia libero, ma è così?
La
stragrande maggioranza delle persone non riesce a concepire la vastità delle
risorse umane e materiali impiegate giornalmente per disinformarci.
In realtà
gli enormi costi per gli interventi militari classici, quelli con le armi ed i
morti, costi che scandalizzano quando divengono di pubblico dominio, sono cosa
veramente piccola, se paragonati a quelli per la guerra alle nostre menti. Una
guerra in cui siamo tutti in prima linea, ma quasi nessuno sa di esserlo.
Certo, moltissimi di noi sanno che l'informazione dei mass-media é pilotata, o
per lo meno accomodante in favore dei potenti di turno. In moltissimi sono a
conoscenza del fatto che i governi utilizzino la propaganda, ma spesso si cade
nella trappola di credere che basti guardare l'orientamento politico ufficiale
di un giornale o di una tv, per poter capire dove sta la distorsione, oppure si
pensa che la propaganda era una cosa che usavano i nazisti, o i comunisti, ai
tempi che furono. Ma non è così. la propaganda parte da molto più lontano nel
tempo ed è molto più ampia nei modi, di quanto siamo abituati a pensare, ed
influenza alla radice i nostri comportamenti.
In realtà la più grande dose di propaganda ce la beviamo quotidianamente noi cittadini degli stati "democratici". Questo, appunto, perché ci mancano informazioni fondamentali a capire quanto sia realmente profonda la tana del coniglio, ma soprattutto perché sono stati creati in noi, fin da piccoli, dei "binari" del pensiero. Binari che siamo così abituati ad utilizzare, da non sapere neanche che esistono. Pensiamo di andare dove ci pare con le nostre gambe, e invece siamo passeggeri di un treno la cui destinazione e le cui fermate, sono state stabilite da altri.
Per chi
voglia comprendere il concetto in maniera approfondita, consigliamo vivamente
il libro "Psyops" di Solange Manfredi.
(http://www.lulu.com/shop/solange-manfredi/psyops/paperback/product-21676812.html)
(http://www.lulu.com/shop/solange-manfredi/psyops/paperback/product-21676812.html)
Un libro
dettagliatissimo, da cui attraverso un enorme lavoro di collage di atti
desecretati dagli archivi di vari servizi segreti (dalla CIA all' OVRA) fatto
dall'autrice, emerge l'incredibile quadro della disinformazione attuata in
Italia negli ultimi 70 anni, attraverso i protocolli delle "Psychological
Operations".
Chi pensa di
sapere come è andata la storia del nostro paese negli ultimi 70 anni, farebbe
bene a leggere questo libro.
Quello che
hanno creduto i nostri nonni ed i nostri padri? Balle. Quello che crediamo noi,
generalmente parlando? Pure.
Per
cominciare a capire che la tana del coniglio c'é, e che é di gran lunga più
profonda di quanto pensiamo normalmente, dobbiamo prima guardare i principi
fondamentali della guerra psicologica che si articolano in:
1)
Propaganda
2)
Operazioni psicologiche
3) Personale
straniero di rinforzo
"We'll
know our disinformation program is complete when everything the American public
believes is false" (Sapremo che il nostro programma di
disinformazione sarà completato quando tutto quello che il pubblico americano crede,
è falso) - William J. Casey, Direttore della CIA dal 1981 al 1987.
Ecco come il manuale
d'intelligence per la propaganda occulta del 1946 (Meno male che gli
americani fanno manuali di questo genere, altrimenti ne sapremmo molto di
meno!) definisce la propaganda: "qualsiasi genere di persuasione
organizzata...che tenta di manipolare i comportamenti, le idee e le azioni di
una persona...Tutti i mezzi di comunicazione di massa sono usati come veicolo
per la propaganda. E possono essere divisi in due categorie, quelli parlati e
quelli scritti...La propaganda occulta parlata comprende voci false, i
contatti personali, le agitazioni e le dimostrazioni, l'uso dell'istruzione,
della cultura e della religione, la radio, il teatro e il cinema. La
propaganda occulta scritta comprende i volantini, i manifesti, i libri
ed i saggi, i quotidiani e le agenzie di stampa, i documenti contraffatti, le
lettere e le petizioni..." (fonte S. Manfredi - Psyops, pag.2)
Sembra non
abbiano dimenticato nulla, no? Ah, il "manual" è del 1946, e non
c'era il web. E sappiamo tutti come sul web sia ancora più facile far circolare
balle...
Ecco, è ora
di cominciare a realizzare che tutti i mezzi sopraelencati non vengono
utilizzati sporadicamente, per dirigere l'opinione pubblica di tanto in tanto.
Al contrario, vengono usati COSTANTEMENTE, sia per operazioni
tattiche (argomenti o situazioni specifiche), che per quelle strategiche (la
circolazione costante di disinformazione è un'arma fondamentale per mantenere
la popolazione fondamentalmente disunita e diffidente). Ne deriva che tutto
quello che sappiamo, fin dalla più tenera età, che viene dai mass-media o dalle
autorità o dalla scuola è talmente pieno di balle che per noi diventa
praticamente impossibile, se non con un grande lavoro di coscienza, pensare al
di fuori dei binari che ci hanno imposto. Binari, appunto, fatti di menzogna.
Cosa dice ciò sui nostri processi mentali? Cosa ci dice dei nostri gusti, delle
nostre necessità, dei nostri orientamenti politici, degli odi, degli squadrismi,
delle appartenenze? Cosa è realmente nostro?
- fine prima
parte - Nel prossimo articolo, in uscita il 15/7/2014, parleremo delle altre
due branche della guerra psicologica.
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