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Esce oggi un nuovo libro della
COLLANA “I CASI
GIUDIZIARI”
INDICE
La collana. Presentazione.
Introduzione.
ABBREVIAZIONI USATE
NEL TESTO
SINTESI
CRONOLOGICA
RELAZIONE DI
PERIZIA
1) La scelta degli archivi visitati.
2) Lo stato degli archivi.
3) Il metodo della ricerca.
4) La rielaborazione del materiale e l'esposizione dei risultati della ricerca.
PARTE I
Il Dibattito
sulla Guerra Rivoluzionaria
1. La svolta del 1960.
2. La controinsorgenza.
3. La guerra rivoluzionaria.
PARTE II
I gruppi di
pressione anticomunisti e l'Internazionale Nera
1. I gruppi di pressione nella lotta anticomunista.
2. L'Antibolshevik Bloc of Nations.
3. L'anticomunismo asiatico.
4. L'anticomunismo negli Usa.
5. Dalla Lega della Libertà alla Wacl.
6. L'internazionale nera.
7. Il ruolo dell’Oas.
8. I rapporti fra Internazionale Nera e Wacl.
PARTE III
Le Stay Behind
Nets ed i Nuclei di Difesa dello Stato
1. Gli apparati di guerra non ortodossa negli anni cinquanta.
2. La nascita di Gladio.
3. La guerra rivoluzionaria nei documenti del Sifar: un
manifesto per la guerra civile.
4. Alcune considerazioni in merito.
5. Il difficile biennio 1965-66.
6. I Nuclei Territoriali di Difesa dello Stato.
7. Il ruolo dei monarchici.
8. Alcune considerazioni sugli apparati di guerra non ortodossa.
PARTE IV
Il MSI ed i
Volontari Nazionali
1. II fallimento della strategia dell'inserimento e la crisi del
Msi.
2. I rapporti del Msi con l'estrema destra ed i tentativi di
riaggregazione.
3. I rapporti internazionali del Msi negli anni sessanta.
4. I Volontari Nazionali.
5. Il Convulso 1969: la situazione internazionale.
6. Il 1969 in Italia.
7. Gli esordi della segreteria Almirante.
8. Il rientro di Ordine Nuovo nel Msi.
9. Il Msi e l'Internazionale nera nel 1969.
10. La preparazione del Msi all' “autunno caldo”.
PARTE V
Ordine Nuovo e l 'Aginter Presse
1. Ordine nuovo dalla fondazione al 1968.
2. On e l’Aginter Presse.
3. Il caso Tronfi-Brillo.
4. Armando Mortilla, alias Aristo.
5. L’Aginter Presse e l'Ambasciata cinese a Berna.
6. Perchè il Portogallo.
7. I rapporti fra Guerin Serac e Kostas Plevris.
8. Aginter Presse e Cia.
PARTE VI
Le altre Organizzazioni della destra extraparlamentare
1. Avanguardia Nazionale: dagli esordi allo scioglimento.
2. La vicenda dei “manifesti cinesi”.
3. Avanguardia Nazionale ed i rapporti con l’Ufficio Affari
Riservati.
4. Avanguardia Nazionale e le infiltrazioni nell’estrema
sinistra.
5. La ricostituzione di Avanguardia Nazionale ed i rapporti con
Borghese.
6. Il Fronte Nazionale e la “Notte della Madonna”.
7. Le organizzazioni minori dell'estrema destra.
8. I gruppi tradizionalisti: Civiltà Cristiana ed
Europa-Civiltà.
9. L'Ordine del Combattentismo Attivo (Orcat).
10. Il Movimento di Azione Rivoluzionaria e Jordan Vesselinoff.
11. I rapporti fra Msi e destra extraparlamentare dopo il 1969.
PARTE VII
La crisi
diplomatica italo-ellenica del 1969 ed i riflessi sull'Alleanza atlantica
1. La rilevanza della questione greca dopo il colpo di stato del
21 aprile 1967.
2. I problemi della stabilizzazione del regime dei colonnelli.
3. Il Rapporto D'Orlandi.
4. La visita di Papandreu.
5. Dalla Conferenza Atlantica alla riunione del Comitato dei
Ministri del Consiglio d'Europa.
6. Dall'estate delle bombe alla riunione del Consiglio di
Europa.
7. Il Consiglio Nato del giugno 1970 e la stabilizzazione del
regime dei colonnelli.
8. Le attività dei greci in Italia e l'estrema destra. Il Signor
P.
9. Le attività della Resistenza greca in Italia.
CONCLUSIONI
ELENCO DEI
DOCUMENTI ACQUISITI
BIBLIOGRAFIA
Introduzione.
Il conflitto URSS - mondo
occidentale ha caratterizzato e condizionato nel modo peggiore tutto il ‘900.
Questa segreta guerra, combattuta con la folle logica che “lo scopo giustifica i mezzi”, ha portato uomini a compiere azioni
ingiustificabili ed abnormi.
Una guerra che, con la collaborazione del
Vaticano[1], è
stata combattuta senza scrupoli anche in Italia da un segreto esercito (il cui
reclutamento è iniziato già durante la seconda guerra mondiale[2])
per permettere agli angloamericani, senza in alcun modo apparire, di poter
intervenire nella politica interna del paese in funzione anticomunista o, per
dirla con parole del capitano dell’OSS Peter Tompkins: “La politica alleata pianificò di
addestrare, finanziare ed armare la feccia fascista per imporre la loro
politica pseudo comunista, reclutando mafiosi[3],
mercenari, killer, psicopatici, esaltati ed opportunisti a cui affidare il
lavoro sporco”.[4]
Dal 1944 al 1946 gli uomini reclutati
durante il conflitto vengono organizzati in diversi movimenti
armati (tra cui Fronte Antibolscevico Internazionale,[5]
Fronte Democratico per l’Unione Mediterranea,[6]
Federazione Italiana Combattenti Repubblicani,[7]
Armata Italiana di Liberazione,[8]
ecc.
Nella primavera del 1947 i comandi militari
alleati in Europa, senza alcuna autorizzazione da parte delle autorità
politiche, si riuniscono a Livorno per discutere le modalità di infiltrazione
nella nostra penisola[9]
attraverso la creazione di una rete informativa a carattere anticomunista
segretissima.[10]
Il 19 dicembre 1947 la direttiva top secret
NCS-4a impartita dal National Security Council dà istruzioni alla Cia perché
siano intraprese «operazioni psicologiche coperte» a supporto delle politiche
anticomuniste degli Stati Uniti.[11]
Nel 1948 la direttiva viene sostituita dalla
NSC 10/2: “che autorizza la CIA a
intraprendere operazioni politiche e paramilitari segrete”[12]
ed in cui si specifica che le operazioni coperte[13]
devono essere: “pianificate e condotte in
modo tale che la responsabilità del governo
americano non risulti evidente alle persone non autorizzate e che, se scoperte,
il governo degli Stati Uniti possa respingere in modo convincente qualsiasi
implicazione”.[14]
L’08 marzo 1948, in vista delle elezioni
politiche del 18 aprile 1948, con il documento 1/3 del National Security
Council[15]
gli Stati Uniti invitano a fare un ultimo sforzo, “anche a rischio di una guerra civile”, per prevenire una
partecipazione comunista al governo attraverso mezzi legali, mettendo a
disposizione di gruppi clandestini, ancora una volta, assistenza finanziaria e
militare:[16]
“La possibilità di una presa del potere
comunista in Italia come risultato elettorale aveva preoccupato molto gli
ambienti politici di Washington prima delle elezioni italiane del 1948. Anzi
era stata soprattutto questa paura a portare alla creazione dell’Office of
Politicy Coordination[17]
che dava alla CIA la possibilità di intraprendere operazioni politiche,
propagandistiche e paramilitari segrete”.[18]
Dal dicembre del 1952[19],
il Sifar è segretamente vincolato a rispettare gli obiettivi di un piano
permanente di offensiva anticomunista americano chiamato «Demagnetize» (Psychological Operation Plan for the Reduction of Comunist Power in Italy), e consistente in operazioni politiche, paramilitari e
psicologiche atte a ridurre «con qualsiasi mezzo» la presenza del Partito comunista
in Italia.
Nel 1953 la CIA invia a Roma l’agente
William Colby (ex
veterano dell’OSS che, nel 1973, diventerà direttore della Cia), con il compito
di interferire nella politica interna ed impedire un successo del PCI alle
elezioni del 1958: Il ...trasferimento a
Roma, nell’autunno del 1953, segnò l’inizio di una esperienza grandiosa ...una delle sfide più
emozionanti che la CIA aveva da offrire, dirigere il più vasto programma di
azione politica clandestina intrapresa fino a quel momento (e per la verità
anche in seguito).[20]
Nel 1962 John Kennedy[21]
decide di appoggiare la cauta apertura a sinistra che si sta tentando in
Italia, ma il Pentagono non concorda con la nuova linea politica del
Presidente. Kennedy, viste le resistenze interne dei militari, è, quindi,
costretto ad operare sulla nostra penisola alcuni avvicendamenti: Vernon
Walters[22]
viene sostituito dal più duttile colonnello James P. Strauss. La mossa di
Kennedy, però, non solo non porta al risultato sperato, ma determina un
inasprimento delle operazioni coperte
nel nostro paese per rendere ancora più reale e concreto il «pericolo
rosso».
Walters prima
di lasciare l’Italia si accorda con De Lorenzo perché le consegne per quanto riguarda i piani
ultrasegreti di intervento negli affari italiani continuino ad essere riportate
a lui e non al suo successore; mentre Harvey[23]
suggerisce al colonnello Rocca[24]
di organizzare «squadre d’azione» con il compito di provocare incidenti nelle
manifestazioni, far compiere attentati contro le sedi della Democrazia
cristiana e di alcuni quotidiani del nord da attribuirsi alle sinistre; sono
necessari altresì gruppi di pressione che chiedano, a fronte degli attentati,
misure di emergenza al governo e al capo dello Stato.[25]
Nel 1962 i vertici militari alleati – visti
i vari insuccessi nel corso dei conflitti mondiali (Vietnam, Cuba, Algeria,
Indocina, Corea, ecc..) in cui eserciti regolari non riescano ad avere la
meglio su reparti formati prevalentemente da contadini mal equipaggiati e
scalzi[26]
e riconsiderate, quindi, le tecniche con cui condurre la guerra al comunismo -
decidono che, se nei paesi in via di sviluppo le tecniche di guerriglia[27]
possono essere utilizzate con successo (National Security Action Memorandum
n.124 del 18 gennaio e nota aggiuntiva n. 182 del 1962[28]),
per sconfiggere il pericolo rosso nei paesi industrializzati si deve ricorrere
alla guerra rivoluzionaria.
Ma in cosa consiste la guerra
rivoluzionaria, come è stata combattuta nel nostro paese e chi vi ha
partecipato?
La risposta in questa consulenza del prof.
Aldo Sabino Giannuli.
La Collana "I casi giudiziari". Presentazione.
La collana “i Casi giudiziari”, costituisce un nuovo strumento di lavoro e aggiornamento per tutti, non solo per studiosi e studenti di diritto.
In essa presentiamo alcuni documenti (sentenze, requisitorie, consulenze, atti di commissioni parlamentari, ecc.) delle principali vicende che hanno caratterizzato la storia d’Italia.
Studiare i casi giudiziari più importanti significa addentrarsi nell'attualità con un grado di approfondimento impossibile da realizzare con la lettura dei giornali o delle riviste di cronaca.
Coloro che studiano il diritto potranno approfondire le tematiche più interessanti direttamente dalle fonti. Gli appassionati di cronaca potranno, invece, informarsi e aggiornarsi direttamente dalle fonti ufficiali, leggendo materiali spesso più appassionanti di un romanzo.
La collana nasce grazie anche al Centro documentazione archivio Flamigni, (www.archivioflamigni.org), creato dal senatore Sergio Flamigni, che mette a disposizione, di chiunque li voglia consultare, gli atti ufficiali delle commissioni parlamentari, sentenze e documenti riguardanti la storia d’Italia di questi ultimi decenni.
[1] Tna/Pro, Gfm
33/433. In un telegramma inviato dall’Ambasciata germanica presso la Santa Sede
(von Weiszaecker) al Ministero degli Esteri (Berlino) si legge: “Il 12 luglio 1941, un rapporto segreto del
ministero degli Esteri tedesco informa che «un confidente attendibile, in ottimi rapporti con il Vaticano,
ha riferito le seguenti notizie risalenti al giugno del 1941». Il rappresentante
dell’ambasciatore straordinario statunitense in Vaticano, Harold Tittman, ha sostenuto qualche settimana fa una serie di
colloqui con Papa Pio XII. Tittman si è lamentato con il pontefice del fatto
che il Vaticano si comporta in modo eccessivamente tollerante nei confronti dei
dittatori. In un’occasione Tittman ha accennato ad avvenimenti sconosciuti
all’opinione pubblica. Prima della guerra, il Vaticano si trovava già in una
cronica crisi finanziaria. Le sue fonti di denaro più cospicue - provenienti da
Olanda, Belgio, Francia, Austria e Spagna - erano venute meno. In seguito alla
deflagrazione del conflitto, quindi, il Vaticano ha ricevuto una somma
considerevole dagli Stati Uniti d’America, mascherata da obolo dei cattolici
americani. In realtà questo denaro proveniva
da un fondo segreto del presidente Roosevelt. Tittman ha fatto riferimento a questi finanziamenti
americani con il piglio del banchiere che chiede conto ai suoi debitori.
Nonostante i toni straordinariamente forti, il Papa ha risposto con pacatezza: «Il denaro americano è stato
utilizzato soprattutto per allestire una rete di confidenti in vari paesi. Gli
Stati Uniti dovrebbero comprendere la posizione del Vaticano. Il conflitto
russo-tedesco sta per cominciare. Il Vaticano farà di tutto per accelerare lo
scoppio della guerra e per convincere Hitler ad agire, con
la promessa di un sostegno morale. La Germania dovrebbe sconfiggere la Russia,
ma si indebolirebbe a tal punto che, nei suoi confronti, si potrebbe procedere
in maniera del tutto diversa»”. (In Tranfaglia, 2011, pg. 235). Nara, rg. 226, s.
210, b. 525, f. 45: “...la Santa Sede ha
interessi materiali in tutto il globo e si contrappone in modo assoluto al
crescente movimento comunista occidentale...”; Nara, rg. 226, s. 210, b.
440, f. 1: 13 dicembre 1943, Eventi in Vaticano. “...Pio XII sogna un’unione delle antiche nazioni civilizzate per
isolare il bolscevismo ad est, come fece Innocenzo XI, che unificò il continente
e liberò Budapest e Vienna dai mussulmani...”. (In Nicola Tranfaglia, Come nasce la repubblica, Bompiani, maggio 2004). Nara, rg. 226, s.
210, b. 525, f. 45: “...il Vaticano (che
possiede la miglior organizzazione spionistica del mondo) si trova proprio in
territorio italiano”. Anche successivamente alla fine della guerra il
Vaticano, attraverso i gesuiti, continuerà nella sua attività spionistica a
favore degli Alleati, come conferma questo telegramma (Nara, rg 226, s. 174,
b.1, f.1) inviato a Roma a Washington l’08 novembre 1945: “Il papa ha istruito il capo dei gesuiti, padre Norbert De Boynes, a effettuare una dettagliata ricerca per entrare in
possesso delle prove degli ordini e dell’aiuto finanziario inviati dall’Unione
Sovietica ai comunisti italiani. Tale missione dovrà essere affidata a gesuiti
intelligenti e ben addestrati, in grado di spostarsi per tutta l’Italia senza
destare particolari sospetti. La Santa Sede desidera trasmettere tali prove
agli Alleati per contribuire alla lotta al comunismo, che tenta di espandere la
sua influenza in tutta l’Europa. De Boynes dispone di gesuiti in grado di
assumersi tale missione. Per anni, infatti, costoro si sono specializzati
nell’aspra lotta al comunismo e hanno una perfetta conoscenza della lingua
russa”.
(In Tranfaglia, 2011, pp. 140-141).
[2] Il capo dell’OSS Donovan, nel 1943, invia sulla
nostra penisola da Londra, James Jesus Angleton a cui affida il
comando della sezione di controspionaggio denominata X-2: “Il suo compito è
quello di catturare agenti segreti nemici e reimpiegarli («turn them»),
all’insaputa dei loro controllori”. (In Antony Cave Brown, The secret War Report of the OSS,
Berkley P.C., New York, 1976, p. 570). Angleton attinge a piene
mani tra gli uomini dell’O.V.R.A (Cfr. Nara, rg 226, s. 92A, b. 12, f 170:
vista:“ ...la presenza di molti
opportunisti, e alcuni possono ritenere vantaggioso servire fedelmente gli
alleati”), del S.I.M,(Cfr. Nara, rg
226, s. 92A, b. 12, f 170: “Tutti i suoi
capi, dal colonnello Agrifoglio al maggiore Dotti, sono arrivati alla
posizioni che occupano grazie al loro servilismo nei confronti dei gerarchi
fascisti e a quelli che una volta venivano definiti «meriti fascisti»...
e il suo organico è composto da un ristretto ma brillante gruppo di uomini
determinati, capaci di qualunque forma di doppio gioco...”; Nara, rg. 226, s. 92A, b. 12, f. 170: “tra gli italiani verrebbe meno la fiducia
negli Stati Uniti e nella democrazia se emergesse che l’OSS sostiene il Sim...
un’organizzazione ultra fascista responsabile, ad esempio, dell’assassinio dei
fratelli Rosselli. Gli italiani erano convinti che il Sim sarebbe stata la
prima organizzazione a essere soppressa all’indomani dello sbarco alleato )
e della Decima Mas (Cfr. Nara, Rg, 226, s. 174, b. 36, f. 253: “Riteniamo che la loro cattura sia di
sostanziale importanza nell’ambito del controspionaggio di lungo periodo, viste
le serie implicazioni del movimento....Intelligenti, capaci, addestrati in
maniera speciale, motivati da un forte nazionalismo, da un profondo
anticomunismo e da una grande ammirazione per il principe Borghese...”, in Giuseppe Cassarubea, Storia segreta
della Sicilia, ed. Bompiani, ottobre 2007, pp. 52-53). Angleton, nel maggio 1945,
insieme a Federico Umberto d’Amato (che ritroveremo
a capo dell’Uffici Affari Riservati, protagonista della c.d. «strategia della tensione»), sottrae alla fucilazione il
comandante della Decima Mas, il Principe Junio Valerio Borghese e si prodiga per
fargli ottenere l’impunità per i crimini compiuti durante il conflitto. Cfr.
Nara, rg 226, s. 108A, b. 260, f. jzx - 5402 del 06 novembre 1945, Titolo
Comandante Valerio Borghese: “È di
primaria importanza evitare il processo e l’esecuzione di Borghese da parte
degli italiani...Il soggetto è di grande interesse per le attività di lungo
periodo... Borghese deve poter godere
dei vantaggi di un’amnistia generale, che verrà presumibilmente annunciata a
breve e che sarà accompagnata dallo scioglimento dei tribunali delle
epurazioni...Firmato James Angleton”).
[3] Ma gli americani, per sconfiggere il pericolo rosso, hanno attuato
la stessa modalità di azione anche in altri paesi: in Giappone la Yakuza e in
Francia la malavita corsa. Cfr. Aldo Sabino Giannuli, Procura della Repubblica di Milano, proc. penale n. 2/92F
R.G.G.I., n. 9/92° R.G.P.M., relazione di consulenza del 12.3.1997, pg. 10 : “Dopo la resa, il Giappone venne occupato
militarmente e l’amministrazione militare tentò inizialmente di avviare una
riforma della struttura sociale giapponese attraverso lo scioglimento delle
concentrazioni imprenditoriali (gli zaibatsu), la democratizzazione della vita
politica e la messa al bando delle associazioni segrete dell’estrema destra e
della malavita (la Yakuza), ma, già prima del conflitto coreano, il programma
di riforme venne abbandonato e il trattato di pace si limitò ad imporre severe
restrizioni al riarmo del Giappone. Al contrario, la stessa amministrazione
americana, guidata da Mc Arthur, provvide a liberare gli esponenti dell’estrema
destra e della Yakuza ed a favorire la rinascita degli zaibatsu. In particolare
l’alleanza con destra e gangster
(secondo il modello sperimentato poco prima in Francia -con la malavita corsa-
ed in Italia -con la Mafia-) si rivelò assai utile per sconfiggere le sinistre”.
[4] Peter
Tompkins, Strategy of Terror,
or the secret history
of the president’s National Security Council, inedito. Traduzione allegata al
procedimento penale 91/97 R.G. Mod. 21 della Procura della Repubblica presso il
Tribunale di Brescia; Commissione parlamentare d’inchiesta sul terrorismo in
Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle
stragi, Doc. XXIII, n. 64, Vol. I, Tomo VI, Pg. 239: “La testimonianza di Tompkins, peraltro avvalorata da numerosi documenti
che ne confermano l’attendibilità, dimostra come esistesse proprio una precisa
direttiva dell’Oss che prevedeva l’arruolamento di ex agenti dell’OVRA fascista
e di ex militari nazisti fin dal 1944 per costituire le reti clandestine
anticomuniste da utilizzare per le covert operations”.
[5] Cfr. Acs, SIS, B. 46, f, LP155/Fronte Internazionale
Antibolscevico, 22 ottobre 1947, segreto: “Il
Fronte Antibolscevico internazionale ha aumentato le proprie forze specie nel
nord dove ha ricostruito i propri reparti mediante l’ausilio del generale
Nicchiarelli (a capo della spedizione in Russia e, poi,
Capo della GNR nella Repubblica di Salò). Si calcola che le forze superino
adesso i 300.000 aderenti per l’immissione nel fronte di alcune migliaia di
congiunti delle vittime dell’insurrezione del nord. Il fronte ha aderito al
Fronte democratico dell’Unione Mediterranea, di cui è capo politico Cambareri che ha rapporti con l’estero, principalmente
con le Americhe e la Spagna, e che è stato fra i dirigenti della rivoluzione
che ha portato al potere Peron. Nicchiarelli
e Cambareri hanno impartito, d’accordo con il generale Canevari, che è
comandante militare superiore del Fronte, queste direttive: atteggiamenti, ed
eventualmente governo democratico, favorevoli alla politica di Truman".
Cfr.
Na/Uk, Wo 204/12650, Attività neofasciste
in Italia, vol. 2 Titolo: Contatti di
Carlo Andreoni con il
movimento neofascista,
17 maggio 1946: "Da un colloquio tra
Carlo Andreoni ed Angleton apprendiamo che
il pamphlet «Fronte
antibolscevico italiano» è
stato scritto da Pino Romualdi in persona. Ed
è Buttazzoni a illustrarne i contenuti ad Angleton, nell’aprile del 1946.
L’ideologo del Fai è, quindi, l’ex vicesegretario del Pfr".
[6] Aldo Sabino
Giannuli, Ctu citata, Archivio Campari, pg. 40-41, Fronte
Democratico per l’Unione Mediterranea:“...in
cui confluivano le organizzazioni anticomuniste di quattro paesi (Francia,
Spagna, Portogallo, Italia), e fra esse il Fronte antibolscevico ne diventava
la sezione italiana....notiamo brevemente che la formula dell’”Unione
Mediterranea” in chiave anticomunista ed estesa ai quattro paesi latini, sarà
ripresa – con la sigla Umac – pari pari
20 anni più tardi dai reduci dell’Oas (De Massey, Meningaud, Chevallet), con l’appoggio dei regimi di Madrid e Lisbona, ad
essa parteciperanno personaggi come Giannettini, Torchia, Pingitore e Petronio”.
[7] Ibidem, pg. 41, la Federazione
Italiana Combattenti Repubblicani: “Aperta
ai combattenti di tutte le guerre, sagace espediente per organizzare i reduci
dell’RSI senza dirlo apertamente, forte di circa 18.000 iscritti in Lazio, che
aveva prontamente aderito all’Unione Mediterranea. Alla federazione
combattentistica giungeva anche una lettera di appoggio del leader del Psli
Saragat”.
[8] L’AIL, Armata Italiana di Liberazione, che si
proponeva: “la lotta contro i
socialcomunisti con l’intenzione di provocare campagne stampa ed incidenti atti
a dimostrare che l’attuale regime repubblicano non ha ragione né forza di
esistere, spianando così la via ad un ritorno della monarchia o di una
dittatura, magari a carattere militare” (nota del Sis del 15 ottobre 1947
in Aldo Sabino Giannuli, Relazione di consulenza citata, Caserma Campari, pg. 49), è sostenuta
finanziariamente e militarmente dall’OSS, composta in gran parte da
carabinieri, organizzata militarmente per cellule e squadre (il reclutamento
avveniva con modalità simile a quella richiesta per entrare in una loggia
massonica, ovvero occorreva essere presentati da due persone già affiliate) e
sul cui scheletro nascerà Gladio il cui simbolo, una corta spada dei
gladiatori, che oggi possiamo trovare nello stemma del Col Moschin (IX Reggimento
d’Assalto paracadutisti dell’Esercito italiano), era il simbolo distintivo
delle Brigate Nere di Salò.
[9] Aldo Sabino Giannuli, Ctu Archivio Campari, pg. 21, nota Sis del 09 giugno 1947: “...sarebbe, invece prevista una penetrazione
economico militare dell’Italia da parte degli Stati Uniti, che però si
svolgerebbe sotto una forma più sottile e meno tangibile, con missioni di
addestramento, il cui invio sarà richiesto dallo stesso governo italiano, con
missioni commerciali, viaggiatori privati, turisti e così via. Si prevede per i
mesi venturi un forte influsso (sic) di tali «turisti»
americani, dei quali molti si stabiliranno in Italia, svolgendo in apparenza
qualche attività commerciale scientifica, mentre il loro vero compito sarebbe
quello di costituire i quadri di un’organizzazione militare, utilizzabile nel
caso di un capovolgimento della situazione internazionale”. In effetti, le
note del Sis iniziavano, nei mesi successivi, a segnalare l’arrivo dei «turisti», «commercianti» e «rappresentanti culturali».
[10] Ibidem, pg. 26, nota Sis del 10 luglio 1947: “Secondo le notizie che è stato possibile
raccogliere in merito alla nota riunione tenuta di recente a Livorno tra gli
alti ufficiali alleati, alla quale erano stati invitati vari ufficiali italiani
appartenenti all’Ail, sarebbe stato deciso da parte alleata, di formare con
vari ufficiali italiani allontanati dall’esercito, una rete informativa
carattere anticomunista, che in un primo tempo verrebbe inquadrata da alcuni
specialisti anglo americani. Tale rete dovrebbe rimanere segretissima, anche
nei confronti dello Stato Maggiore italiano e verrebbe largamente finanziata ed
equipaggiata dagli americani. Nel caso che l’organizzazione venisse scoperta
dalle forze avverse gli alleati sconfesserebbero gli appartenenti ad essa...”.
[11] Ibidem, pg. 40
[13] Tra cui:
propaganda, guerra economica, azioni dirette e preventive, incluso il
sabotaggio, l’antisabotaggio, le distruzioni, la sovversione contro Stati
ostili con assistenza ai movimenti clandestini di resistenza, guerriglia e
liberazione.
[14] Final Report of the Select Committee to Study
Governamental Operation with Respect to Intelligence Activities United States Governement Printing Office, Washington, 1976.
[15] Relazione di perizia del CTU Giuseppe De Lutiis nei procedimenti
penali n. 219/A/86 R.G.G.I., 1329/A/84
R.G.G.I “Posizione degli Stati Uniti nei
confronti dell’Italia alla luce della possibilità di una partecipazione
comunista al governo attraverso mezzi legali, si
legge: «La dimostrazione di una ferma opposizione degli Stati Uniti al
comunismo e la garanzia di un effettivo sostegno degli Stati Uniti potrebbe
incoraggiare gli elementi non comunisti in Italia a fare un ultimo vigoroso
sforzo anche a rischio di una guerra civile, per prevenire il consolidarsi di
un controllo comunista».
Vengono poi elencati i punti essenziali delle misure che gli Stati Uniti adotterebbero
nel caso che i comunisti ottenessero il dominio del governo italiano con mezzi
legali. Il piano è articolato in cinque
punti: al punto C) si prevede di «iniziare
una pianificazione militare congiunta con nazioni selezionate» e al punto D) si dispone di «fornire ai clandestini anticomunisti
italiani assistenza finanziaria e militare».
[16] Rapporto inviato dal Foreing Office (Western
Departement) a Mr. Halford, al Dipartimento dei Servizi di Sicurezza e all’Mi5.
Tna/Pro, Kv 3/266: Movimento della destra
italiana: assistenza americana (n. 141), dell’11 agosto 1947: “Il Signor Poletti (ex colonnello statunitense ed ex responsabile
della Gma a Napoli, Roma e Milano) è giunto in Italia nel mese di giugno, in
missione speciale per conto del governo americano. Ha incontrato il signor
Jacini a Roma e, dopo un attento esame dell’organizzazione dei movimenti
italiani di destra, ha promesso da parte del governo americano armi per il
movimento ed un supporto finanziario per le sue attività in Italia...Poletti
avrebbe posto come condizione per l’assistenza americana che il movimento della
destra in tutta Italia sia collocato sotto un Comando unificato”, in Tranfaglia, 2011, pp. 211-212.
[17] William Colby, 1981, pp. 54-55: “Una unità speciale, eufemisticamente
battezzata Office of Politicy Coordiantion (Ufficio di coordinamento politico =
OPC), venne istituita con il compito di svolgere tali attività, sotto la
direzione dei segretari di Stato e della Difesa, più il direttore della CIA. E
Frank Wisner ... lavorando
con estremo impegno e reclutando altri ex membri dell’OSS, cominciò a farla
funzionare in un’atmosfera che ricordava quella di un Ordine dei Templari per
salvare la libertà dell’Occidente dall’oscurantismo comunista... e dalla guerra”.
[18] Ibidem, pg. 82.
[19] Memorandum del Comando generale di Stato maggiore
(Jcs) del governo americano, datato 14 maggio 1952 (e rimasto segretissimo sino
al 1978): “La limitazione del potere dei
comunisti in Italia e in Francia è un obiettivo prioritario: esso deve essere
raggiunto con qualsiasi mezzo...”. In Sergio Flamigni, 1998, pg. 12
[21] Il 22 novembre 1963 Kennedy viene ucciso a
Dallas da Lee Harvey Oswald, ma per il Procuratore Distrettuale di New Orleans,
Jim Garrison, dietro l’attentato c’è la regia di Jesus Angleton.
[22] Vernon Walters, addetto militare presso l’ambasciata americana a Roma
che solo pochi mesi prima, nel corso di una riunione aveva affermato: “Se il Psi dovesse entrare al governo, gli
Stati Uniti dovrebbero invadere militarmente l’Italia”. Diventerà poi vice
capo della Cia durante l’amministrazione Nixon. Cfr. Sergio Flamigni, 1998.
[23] Bill Harvey, agente CIA conosciuto per il ruolo avuto nell’«Operazione Mangusta» (un programma
segreto di propaganda, guerra psicologica, false flag e sabotaggio contro Cuba
per eliminare i comunisti) chiese nel 1960 l’aiuto della mafia (del boss di
Chicago John Rosselli) per progettare l’assassinio di Fidel Castro: “William Harvey ... aveva collaborato a
progettare l’assassinio di Patrice Lumumba in Congo, e che all’interno della Cia aveva
istituito il settore delle «Azioni
esecutive»: «Era un eufemismo per
definire un programma di eliminazione di leader stranieri inserendovi la
capacità di commettere assassinii», dichiarerà il 25 giugno 1975 lo stesso
Harvey, nel corso della sua testimonianza davanti al Comitato speciale del
Senato americano”. In G. De Lutiis, 2010, pg. 67.
[24] Giuseppe De
Lutiis, 2010, pg. 69. Renzo Rocca, fedelissimo di De Lorenzo: «...sin dagli
anni cinquanta, come capo del REI (l’ufficio del controspionaggio industriale)
era stato impiegato per raccogliere finanziamenti «anticomunisti» nel mondo
della grande industria dove Taviani lo aveva introdotto. [...] Per le mani di
Rocca erano passati centinaia di miliardi («compensati» con commesse militari,
appalti, esenzioni, licenze d’esportazione di armi, ecc.) che sempre a suo
mezzo erano finiti a partiti, correnti e gruppi politici”.
[25] De Lutiis, 2010, pp. 68-69: “Negli
archivi della stazione Cia di Roma vi sono alcune liste di formazioni
paramilitari di estrema destra che da tempo hanno offerto i loro servizi in
funzione anticomunista. I nominativi – oltre 2.000 – contenuti nelle liste in
possesso di Harvey si riferiscono a uomini capaci di uccidere,
piazzare bombe e ordigni incendiari, fare propaganda”.
[26] Sin dal
dicembre del 1959 si svolgono in Europa diverse conferenze internazionali sul
problema, di cui una in Italia (18 - 22 novembre 1961 a Roma) cui partecipano
oltre a due ministri in carica (Gonella e Spataro), 8 ex ministri (Bettiol, Lombardo, Lucifredi, Martino, Pacciardi, Rossi, Togni, Rubinacci) e diversi sottosegretari, nonché Alliata di
Montereale, Mario Tedeschi e Adriano Magi
Braschi.
[27] Ibidem, pg.
13. Il dibattito sulla guerra
rivoluzionaria. 1. La svolta del 1960: “Si
poneva all’attenzione l’efficacia della guerriglia e il suo ruolo strategico
che aveva dimostrato come si potesse giungere alla vittoria anche senza
l’appoggio di un esercito regolare. L’esperienza dell’Indocina doveva indurre a
tale considerazione ove un raccogliticcio esercito di contadini mal
equipaggiati aveva avuto la meglio su unità scelte francesi. Agli occhi dei
comandi militari era la prova che contro il fenomeno guerrigliero i metodi
convenzionali di combattimento non avevano possibilità di vittoria: «l’invisibilità del nemico, e
l’assenza di centrali ‘scoperte’ da attaccare, condannano l’esercito Regolare a
restare sulla difensiva, regalando il vantaggio dell’iniziativa all’avversario;
mentre l’esigenza di proteggere un elevato numero di possibili obiettivi,
obbliga a disperdere troppi uomini sul terreno vastissimo, senza poter
prevedere dove il nemico raccoglierà le sue forze per sferrare l’attacco. Tutto questo pone l’esercito regolare in una
posizione di svantaggio irrecuperabile, candidandolo a sicura sconfitta dopo un
lento logoramento».
Quest’analisi riceve autorevole avallo in sede accademica nei primi del 1962,
con le due conferenze tenute da Carl Schmitt nelle università di Pamplona e Saragozza e
raccolte nel volume «Teorie del
partigiano». Schmitt indica
nell’esperienza dell’OAS -l’Organisation de l’armée
secrète, un’organizzazione clandestina francese che raggruppava i fautori
del mantenimento della presenza coloniale francese in Algeria e i
veterani della guerra già perduta in Indocina nel 1954 - il modello
di risposta occidentale alla guerriglia del campo comunista”.
[28] Ibidem, pp. 14-16: “In tali documenti si assumeva, come dottrina ufficiale
dell’amministrazione USA la prevalenza, nella fase storica considerata, della
guerriglia su ogni forma convenzionale di conflitto, e la conseguente necessità
di impiego diretto delle forze armate americane in qualsiasi situazione si
profilasse, anche solo potenzialmente, una qualche forma di insorgenza. Ne
deriva un crescente impegno prima della Cia, poi della stessa Us Army, in
moltissimi paesi del Terzo Mondo, che spingerà via via il governo americano –
e, con esso, i vertici militari – a teorizzare una sempre maggiore interferenza
americana nella politica interna dei paesi assistiti, anche al di là del
consenso dei governi locali...Ed infatti il periodo che va dal 1960 al 1973 è
il più intenso succedersi di tentativi di colpo di Stato - riusciti o falliti -
dell’intero dopoguerra: Argentina 1960, marzo 1962, agosto 1962, 1963, 1966 e
1969; Bolivia 1964 e 197;, Brasile 1964,
Repubblica domenicana 1962 e1963; Ecuador 1961 e 196;, El Salvador 1960 e 1961;
Guatemala 1960 e 1963; Honduras 1963; Perù 1962, 1963 e 1968; Venezuela 1962;
Birmania 1962; Ceylon 1962; Indonesia
1965; Laos 1960 e 1964; Nepal 1960; Viet Nam 1963; Iraq 1963; Libano 1961;
Siria 1961, 1962, 1963 e 1966; Congo (Brazz) 1963; Etiopia 1961; Gabon 1964;
Tanzania 1964; Togo 1963; Uganda 1964; Algeria 1965; Ghana 1966; Turchia 1960,
1962 e 1963; Congo (Kinshasa) 1965; Dahomey
1965 e 1967; Alto Volta 1966; Burundi 1966; Nigeria 1966; Repubblica
Centrafricana 1966; Ruanda 1966; Sierra Leone 1966; Grecia 1967 e 1973; Mali 1968; Libia
1969; Sudan 1971; Uruguay 1973; Cile 1973.
Diversi di questi episodi trovano la causa in vicende interne ai vari
eserciti e, in qualche caso, all’intervento, più o meno coperto, dei paesi
dell’est, ma, nella netta maggioranza dei casi, è stato successivamente
documentato il ruolo svolto dalla Cia. Sicuramente, il servizio di sicurezza
americano ha avuto una funzione determinante nei casi più gravi (Vietnam 1963,
Brasile 1964, Indonesia 1965, Grecia 1967, Cile 1973). Pertanto, non è esagerato dire che
l’applicazione dei programmi di contro-insorgenza ha costituito, negli anni 60,
la più frequente ragione delle turbolenze militari verificatesi in quel periodo”.
Gentile scrittrice, i temi da Lei trattati sono stati il pane quotidiano intellettuale di tutta la mia vita. Però non ho fatto studi che mi possano portare veramente addentro agli argomenti importanti: ho studiato elettrotecnica e matematica, ma non so nulla di psicologia, filosofia. Mi sono interessato di storia contemporanea, ma da dilettante. Il mio metodo di apprendimento della realtà consiste nell'informarmi escludendo televisione, radio, giornali e quant'altro può trasmettere notizie false, non trasmettere notizie vere. Ho liberato la mia mente da ogni pregiudizio, politico, religioso, sociale. Quindi mi trovo in uno stato di totale eterno dubbio. D'altra parte noto che scrivere libri, organizzare conferenze, fare appelli alla ragione è un po' lottare contro i mulini a vento: coloro che leggono certi libri in genere non hanno bisogno di farlo, perché sono già inseriti nei problemi. Coloro che non li leggono appartengono a quell'insieme di cittadini a cui bastano le parole del primo scemo che parla in TV. Soprattutto ho fatto funzionare il cervello, applicando la logica a tutto ciò che ne ha bisogno. Comunque una idea per uscire da questo recinto di filo spinato in cui ci stanno mettendo coloro che vogliono impadronirsi del mondo io l'avrei, ma prima di esprimerla sarei lieto che Lei mi dicesse se possiamo continuare questo tipo di conversazione, in questa forma o in un'altra ad esempio la posta elettronica. Il mio indirizzo e-mail è: carlomango1951@gmail.com; il numero di cellulare: 3406404574. Grazie dell'attenzione. Cordialissimi saluti. Carlo Mangolini
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