Con il crollo del muro di Berlino ha inizio la Terza
guerra mondiale.
Una guerra combattuta più che tra Stati, tra “Prìncipi
moderni”: oligarchie private più ricche degli Stati, con propri strumenti
politici, comunicativi, legali e militari.
Una guerra in cui il conflitto più taciuto è il più
importante: la guerra normativa.
Perché la legge è
un’arma, e l’ab-uso del diritto, per conquistare e consolidare il proprio
dominio, è una strategia nota da secoli. Eppure, ci siamo fatti trovare
impreparati.
A seguito della
globalizzazione reggimenti di avvocati e lobbisti si sono dati battaglia,
attraverso un vero e proprio “arsenale legale”, seguendo strategie giuridiche a
breve, medio e lungo termine che, giocate come una partita a scacchi, non
vengono percepite se non quando il progetto è giunto a termine.
La conseguenza di tale
“offensiva di tipo giuridico” è che “Prìncipi moderni” hanno assunto il
controllo di settori strategici e si sono appropriati in maniera strutturale di
risorse vitali: tra queste la più importante è l'acqua.
Analizzare il percorso
compiuto per appropriarsi dell'acqua ci consente di comprendere che le modalità
attraverso le quali si sono affermate le gestioni delle Big Corporation non
sono le regole del mercato, ma l'uso strategico delle leggi.
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